Author: Beda Schmid

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Casa di ferie

John fu colto da un sonno improvviso, quando entrò nel sottomarino (infatti era più un sottomarino che una vela) vide ancora due uomini in maschera antigas avvicinarsili e afferrarlo
Dopo di che passo la conoscenza e piombò in un lungo sonno ricco di sogni brutti.

Nel frattempo, gli uomini aprirono delle valvole e lasciarono che il sottomarino affondasse pian piano, per poi avanzare lentamente verso la foce del emissario del lago Corrib.

Lo risalirono – contro corrente – per almeno quattro ore (ormai erano le cinque mattutine).
Un’altra mezz’ora e due degli uomini disse – Ci siamo, Axel.
Bene, Heiler*!

Fecero salaire l’U-Boat e ormeggiarono.
Heiler andò a prendere John, il quale dormiva ancora, e lo caricò per terra buttandogli sopra una coperta e poi lui ed Axel tornarono nell’U-Boat e tornarono sotto il mare col loro motoscafo

Ormai, quando John venne sbarcato, erano le cinque e trenta. Ma si svegliò solo alle sei.
John si trovava s’una spiaggia deserta e molto brutta, ma a lui quel posto era familiare.
Ci andava sempre con i genitori durante le vacanze estive!
Ma quell’anno erano in ritardo perché c’erano stati tutti quegli eventi che ancora trattenevano Max Lyme a Galway.
D’improvviso gli venne un’idea geniale: poteva andare nella casa feriale e telefonare ai suoi in modo di farli riportare a Galway
Ma subito si accorse che non aveva la chiave. Si incamminò demoralizzato per la stradina che conduceva alla casa. Arrivato li s’accorse che il cancello era aperto.
Fose un colpo di vento…
Ma si stupì ancora di più quando trovò aperta un’ala della finestra.
Ma questo lo rallegrò anche un pò perché così poteva almeno entrare e telefonare ai suoi.

Scavalcò d’un balzo il davanzale della finestra ed entrò: attraversò i corridori in disordine!
Questo era molto strano, perché i suoi amano l’ordine.
Salì di sopra ed aprì la porta della sua camera, dove teneva il telefono: un orrore.
Un uomo stava steso per terra macchiato di sangue freschissimo!

John quasi svenne a quella vista, ma si potè tenere alla maniglia della porta.
La prima domanda che si fece John fu: – Chi è l’assassinato?
E subito dopo: – Chi è l’assassino?

Author: Beda Schmid

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La chiamata

Quando arrivò la chiamata di John alla centrale, tutto si mosse in un [suiglio], meno Max: pensava – Che figlio che è John! Proprio al contrario di Jesper. Ma adesso chissà dove sarà?
Poco dopo a queste riflessioni spegnero la luce e si fece un silenzio tombola.
Aspettarono. Erano le Dodici e trenta, quando si potè sentire un [livero stridio] tutti stresserò le pistole.
Dieci secondi dopo un fascio di luce illuminò la centrale.

Subito dopo i poliziotti si alzarono e circondarono Bill Andersen, poiché si trattava proprio di lui, lo legarono e lo buttarono bruscamente per terra.
Max si fece avanti e chiese – Dov’è il “Roter Korsar”? – ma poiché Bill faceva finta sapere solo il tedesco, disse ancora – Wo ist der Rote Korsar? Bill fece una faccia furba e disse in tedesco – In der Galway bucht, vor dem strand it dem PinienWald

Max tradusse i suoi compagni che afferrarono fulmineamente e lo scossero e gli dissero di dirgli a che ora doveva essere di ritorno.
Max glielo chiese in Tedesco – Wann musst Du zurück sein?
Um Ein Uhr!

Max lo riferò ai compagni – Mancano dieci minuti alle una: bisogna sbrigarsi.
Dopt cinque o sei minuti dieci poliziotti erano apostati dietro al loro rispettabile albero.
Quattro o cinque minuti facevano partire il segnale (Bill Glyndebourne aveva istruiti) e sbucavano per piombare sul “Roter Korsar”

Author: Beda Schmid

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Nascondiglio

John penso che fare se l’avrebbero abbandonato sulla spiaggia deserta
Ciò sarebbe stato la migliore cosa per lui, ma non per Jens, Friedrich e Bob.
Infatti proprio in quel momento Friedrich diceva a Jens Ray: O ammazziamo quel giovane ficcanaso, o buttiamolo in acqua e lo lasceremo nuotare a riva. Se arriva.
Anche se sei il proprietario del “Korsar”, non puoi decidere la sorte di un mio prigioniero! – disse Jens Rey iroso – secondo me lo si potrebbe tenere come ostaggio, per tenere lontani i poliziotti.

In quel momento suonarono le una di notte. Jens e Friedrich s’alzarono dalle loro sedie e si precipitarono sul ponte. Poco dopo un fascio di luce illuminò per tre volte il cielo. [A] questo [segnale] Friedrich rispose con il ronzio della macchina.
Subito dopo i rami si mossero violentemente in vari punti del pineto, e dieci poliziotti sbucarono con ognuno un mitra imbracciato

Friedrich piantò un urlo di ira, dicendo: quello stupido Bob Andersen si è fatto catturare dagli sbirri!
Mise a tutto gas i motori del “Roter Korsar” e partì come un razzo.
John, a contatto, con [lucrto] con fu sbattuto al bordo sinistro del “Korsar”.
Picchiò violentemente control il bordo che in qual punto rintronò come se fosse vuoto: picchiò ancora un pò con le nocche tutt’intorno; non c’era dubbio.
Nella parte c’era un nascondiglio

Il problema era come aprirlo. Mettendo una mano fuori bordo per [agrra] per a gancio in modo da non cadere, sentì che l’appoggio si lasciava tirare di lato: John preso di un sospetto, guardò e vide che aveva scoperto il nascondiglio!
Dentro c’erano solo dei rotoli di carta. Senza esitare riprese pensando – chissà che faccia farà Jens non trovando più niente.

Si sedette di nuovo al [supsenione] facendo finta di essere addormito
Die o quindici minuti più tardi entrò Jens e gli ordinò di alzarsi
John si alzò un pò barcollante per far credere di aver dormito per d’avvero.
Seguì il ladro che più una porta stagna
Siamo arrivati a destinazione – disse Jens.

John non osò chiedere perché dalla porta stagna partiva un lungo corridoio di gomma che sembrava poter staccare e attaccare a piacimento dal piroscafo
Jens Rey gli disse – prosegui per questo corridoio sotterraneo: all fine entrerai in una sala dove ti aspetteranno dei uomini mascherati con pistole, quindi non cercare di fuggire!

John s’incamminò tutto rattristato perché aveva sperato che lo [bascarierro] temeva che suo padre lo castigasse!
Ma comunque non c’era niente da fare…

Author: Beda Schmid

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Sul piroscafo

O almeno parve a Max, Cristal e suo fratello unico Jesper.
Infatti John andò a camera sua, ma non si spogliò: prese una lampada tascabile, un block-notes, una matita con la gomma sul retro, un coltellino e una piccola pistola calibro 6 che li aveva regalato Max per is suo 17esimo compleanno.

Annodò il lenzuolo e ne fece una specie di corda che logò ad un uncino ch’era fissato al davanzale e si calò per oltre due metri fino a toccare la sabbia.
Guardò verso la finestra della camera da letto dei suoi genitori.
Le persiane erano chiuse. Niente pericolo, dunque. Accese la lampadina tascabile […] incamminandosi lentamente verso il suono del mare dirigendosi sul pato dove aveva tolto lo stivale a Ray, il ladro.

Si stese nella buca di sabbia e attese.
D’improvviso sentì uno sciacquio nell’acqua: era il piroscafo “Der Rote Korsar”!

John spesse la lampadina e stette immobile come un morto. Il piroscafo fece come un segnale – accese e spesse per tre volte i fari, immediatamente dopo i rami del pineto marittimo si mossero e ne uscì un’ombra sottile
L’ombra si avvicinò a John e si fermò a pochi passi da lui.
Lo aveva visto?

Domanda senza risposta.
L’uomo – dopo un’attimo di attesa, proseguì il suo cammino, ma ancora più guardiano di sé
John alzò appena la testa per vedere cosa succedeva:
Lo sconosciuto, quando arrivò alla riva del mare, emesse un sibilo molto rassomigliante a quello di un serpente; poco dopo qualcosa cadeva sulla sabbia: era una scatolina di ferro.
L’uomo ci messe dentro dei gioielli!

C’erano al meno 5 diamanti grossi come una noce, collari di perle di Sri-Lanka
Fatto questo, rigettò la scatola sul ponte del piroscafo e tornò indietro: adesso John poteva vedere benissimo in faccia al chiaro di luna:
Era Bob Andersen!
Il famoso gioielliere di Galway!

John si sorprese talmente che lasciò cadere la lampadina: l’uomo si voltò di scatto ed emesse un urlo; a bordo del piroscafo lo sentirono e balzarono a terra, e poiché Bob Andersen indicava spaventatissimo a John, lo afferrarono e lo portarono a bordo in un baleno.
Trovandosi caricato supino sul ponte ponte potè riconoscere Jens Rey che gli rivoltò per la primo la parola:
Ollala! Piccolo detective! Ci si rivede! Ah già, volevo dirti che quello stivale colla grana me lo riporti, hai capito, mio piccolo mocchio?
Aglig ordini, caro il mio Jens Rey! Ma purtroppo io sono qui e il malloppo è nella centrale! Disse John.
Nella Centrale!? chiese stupito Bob Andersen.
Tu chiudi il becco, Bobby! Disse l’altro compagno di Jens.
Jens Rey disse sottovoce all’altro, che si chiamava Friedrich Meister – senti Friedrich, mandiamo quello scansafatiche di Bobby a prendere la grana!?
Credefva di non aversi fatto sentire da John, ma si sbagliava perché John aveva l’udito finissimo.
Friederich andò e lo disse a Bob Andresen, che saltò immediatamente a terra con li oggiegi per lo scosso della porta della centrale.

John fu legato ed imbavagliato e poi gettato a prua.
Egli aveva però un mini-walkie-talkie in tasca, che mise in funzione collegandosi con la centrale.
Quando ricevette la corrispondenza disse: Allò, Allò, qui John Lyma, avvertenza urgente! Fra mezz’ora arriverà all centrale l’egregio gioielliere Bob Anderson a riprendere il malloppo per Jens Ray. Prego no volere saprò ultreiori gironi […] Passo e chiuso!
Intesi – disse la voce di un poliziotto.

Mise via il walkie-talkie, proprio in tempo – poco tempo dopo venne Friedrich ad amminiciargli
Se fuori d’un ora Bobby non ritorna lo vedrai più la luce del giorno. E se ne andò lasciando un brocca d’acqua e un tozzo di pane

Author: Beda Schmid

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Il morto

La vita scorreva tranquillamente, a Galway, in casa di John Lyme.
Galway era una città in riva al mare Irlandese. Il padre di John erra il capo della polizia criminale dell’Inter-pool, quindi era famoso.
Appunto si chiamava Max Lyme.
La madre si chiamava Cristal Symons in Lyme.

Era un sabato sera, per la precisione il 2ndo agosto del 1982, quando John stava facendo il bagno nel mare (John era abituato al freddo) e pensava di diventare un detective da grande.

Non c’era un’anima viva sulla spiaggia, o almeno cosi pareva a John, poiché d’immproviso un’uomo spuntò correndo dal boschetto di pini morti che cresceva li vicino
Subito dopo, 10 o 11 poliziotti in uniforme e pistole in pugno spuntarono

La prima azione di John fu quella di precipitarsi sull’inseguito e fermarlo, ma il delinquente, quando lo vide estrasse un revolver a sparó senza esitare.
John cadde e restò immobile. Quando pero il delinquente gli passò sopra scavalcandolo, lui, che era un’esperto di Judo, gli dette un tale calcio della schiena da farlo volare un metro più in la.

L’uomo s’infuriò perché i poliziotti non erano molto lontani: nel disperato tantativo di liberarsi dalla stretta di John gli partì un colpo che trapasso un poliziotto da parte a parte.

L’uomo si spaventò e lasciò cadere la maschera di stoffa nera, che aveva addosso e John potè vedere che aveva una cicatrice che partiva dall’orecchio destro e andava a finire alla sopracciglia dell’occhio sinistro, passando orizzontalmente per l’occhio destro, che era coperto da una pezza di seta.

Con un calcio disperato il delinquente si staccò da John e si rialzò per correre via e saltare su un piroscafo che sembrava lo aspettasse.
John si rialzò immediatamente e cercò di leggere il nome del piroscafo: Roter Korsar**.

Quindi era un piroscafo Tedesco!

Arrivarono i poliziotti.
Uno chiese – sei ferito?
No, ma il ladro è scappato! – disse John.
Che ti fa sapere che sia un ladro? Suo papa, che faceva parte del gruppo.
Perché si chiama Jens Rey, il grande scassinatore – disse John.
Cosa!? Come fai a saperlo? Chiese Max.

Quando gli è partito il colpo della pistola, il calcio gli ha graffiato il pulso, Ray si ha fregato la ferita mettendo allo scoperto la catena del battesimo dove c’era scritto il suo nome, disse John.

I poliziotti si guardarono l’un l’altro stupitissimi, infine Max disse a suo figlio John – sei un vero detective, bisogna ammetterlo!
Non facciamo tanti complimenti – tagliò corto John – adesso Roy è fuggito anche se senza il malloppo!

Ma… Max cercò di dire qualcosa ma non trovò le parole adatte.

Dopo che partì il colpo di pistola, io, lo tenevo per le gambe e ho visto che calza degli stivali.
Ad una suola era inchiodato una plachetta di metallo. Cercai di toglierli lo stivale, e Roy, accorgendosi che stava perdendo il malloppo mi sferro il calcio, ma proprio in quel momento io riuscì a toglierli lo stivale – disse John, tirando fuori lost stivale da una buca nella sabbia.

Max immediatamente staccò la placchetta: al posto della gomma c’erano banconote da 1000 sterline a non finire!

Max mandò via i poliziotti a tornò a casa con John. Discussero ancora a lungo su quello ch’era successo!
Max proibì severamente a John di attaccare di scatto con qualsiasi stranieri almeno di essere in sua compagnia.
Questa regola però a John entrò in un orecchio e uscì dall’altra.

Ma purtroppo era già tardi ed andarono tutti a letto.

Author: Beda Schmid

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Idioticon

we are idiots because we are peculiar

we are idiots because we are not well-behaved but weird

we idiots do not separate private from public

we idiots are prohibited from political life

we are idiots because we are people

Author: Beda Schmid

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Introduction

die Anschläge, die kriege, die Gefängnisse.

ales ist eine andere macht, die mashcine.

deshalb kommt auch raus dass in guantamo gefangene malträtier werden, weil es menschen tun, di eindirekt von der Maschine dazu gebracht werden.

kein and hat die befehele gegeben.

nicht die usa wollten dies nicht auf ihrem Boden, sondern die Maschine musste sich versichen handeln  zu können wie sie will.

deshalb di epässe auf den 11.7 Anschlägen in London und deshalb id Inkohärenzen am 11.9

deshalb die kriege, di eaktionnen ohne wissen der Öffentlichkeit.

ein habash: George habash

Schema

system festigt sich durch Kritik
system ist nur durch system selbst angreifbar
was wiederum zu Festigung und mehr Kontrolle führt
wer profitiert? das system

die Maschine beginnt uns zu kontrollieren da wo wir sie nutzen
es gibt keine Maschine die ohne mensch klarkommt
der mensch versklavt sich der Maschine im glauben
si ezu kontrollieren, dabei steuert er sie nur
übt man Kritik an der Maschine
wird klar wie tief die Maschine bereits in unserem Bewusstsein ist
die Maschine verteidigt sich dann und nutzt seine Vorteile,
nämlich die Abhängigkeit des menschen von der Maschine selbst
der mensch wird immer mehr standardisiert
damit er die Maschine bedienen kann
was ihn dann zur Faulheit verführt
da die Maschine ihm aufgaben abnimmt
und durch standardhandlungen ersez
wissen-voraussicht-kontrollet

Author: Beda Schmid

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Ants

Ants: absolute dictatorship.

Humans: democracy.

Birds: anarcho-nomadist?

Author: Beda Schmid

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Violence

It’s almost arithmetical: 

No state, No rulesNo rules equals freedom .

More hoaxish is the counter-argument :

It would immediately rule the law of the jungle.

So the human being is seen as being in need of civilization,

in order to keep him away from wildly killing others?

Does civilization change something on the death rate of beings?

Modifies the civilization something in the fact that people murder ?

No

To say, the human needs of civilization, one must first mean to know what the human is capable of.

You have to believe that he (The Human) is basically violent.

Only then you can say, humans needs a civilization.

But a state does not prevent carnage , he is its author.

Why is violence so bad anyways?

Cops violence as example is necessary in a state in order to keep civilization’s rules respected and working .

Why do civilizations-fans argue that violence would erupt without this civilization ?

They need precisely the violence, in order to keep the system going, which is supposed to prevent violence.

It’s called „Violence Monopoly“ (By the police, for example).

So, prevent violence with more violence is better then a free and good human being?

Why do we believe humans are bad from begin?

Who teaches us that we are naturally violent?

Author: Beda Schmid

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Resist

If someone throws with stones, it’s a criminal act.

If many throw with stones , so it is resistance.

(Ulrike Meinhof , RAF)

Resistance begins in the individual.

The mass is the state, the civilization.

Resistance is always against the mass.

Resistance is only necessarily if there is violent suppression of personal development of individuals by the mass.

let’s say, if someone throws a stone, it is resistance.

If many throw with stones, it’s manipulated and organized crime.